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Vini dealcolati: l’Europa vuole annacquare i nostri vini?

Negli ultimi giorni si è venuta a creare una polemica non indifferente per quanto riguarda una presunta proposta dell’Unione Europea di annacquare i vini al fine di diminuire la loro gradazione alcolica. La levata di scudi è partita dalle maggiori personalità della Coldiretti che si sono opposti alla proposta con comunicati molto duri e di chiara interpretazione.

Il nocciolo della questione riguarda dei fogli di lavoro che sarebbero stati redatti (dobbiamo utilizzare il condizionale perché non abbiamo delle prove concrete relative all’esistenza di questi fogli) in sede di negoziati per il PAC (politica agricola europea comune). In questa sede si sta infatti discutendo sulla possibile estensione delle etichette di denominazione di origine (come DOP e IGP) ai cosiddetti vini dealcolati.

Ma cosa sono i vini dealcolati e perché l’Unione Europea vuole annacquare i nostri vini? Vi spiegheremo tutto nei prossimi paragrafi.

Cosa sono i vini dealcolati?

I vini dealcolati sono vini soggetti a degradazione alcolica, la cosiddetta dealcolazione. Questa pratica è già consentita dal 2009 per alcune tipologie di vini e ha l’effetto di ridurre la percentuale alcolica: ad oggi è consentito dealcolizzare il vino sino a un massimo del 20% e non al di sotto dei 9 gradi.

I vantaggi di dealcolare il vino

Adesso vi starete chiedendo che senso abbia dealcolare un vino: facciamo il punto. Prima di tutto c’è una questione climatica, con l’aumento delle temperature medie globali il vino ha una gradazione alcolica sempre maggiore e questa pratica permette di mantenere l’alcol nel vino entro una soglia accettabile. Vi sono poi altre due motivazioni a favore della dealcolazione.

Se un vino viene privato totalmente dell’alcol allora potrà ambire a mercati sino ad ora inesplorati quali quello arabo e del mondo musulmano: sappiamo che per la religione di Maometto è vietato il consumo di alcol e pertanto questa grande fetta di mercato non acquista vini e bevande alcoliche, con la dealcolazione verrebbe meno anche questo tabù.

Inoltre i paesi del Nord Europa spingono per dealcolare il vino per motivi di salute: negli ultimi anni sono aumentate le preoccupazioni per l’alimentazione e lo sfrenato consumo alcolico soprattutto dei giovani e introdurre questa bevanda (la si può definire “vino”?) ridurrebbe i rischi alimentari connessi all’alcol.

L’UE vuole aggiungere acqua ai nostri vini?

No, l’Unione Europea non vuole aggiungere acqua ai nostri vini. Si sta discutendo sulla possibilità di aggiungere acqua ai vini dealcolati ma non c’è ancora una proposta ufficiale (e neanche ufficiosa) in tal senso. L’obiettivo dei negoziati in seno alla PAC è volta a regolamentare una fattispecie che è priva di normazione in modo che ci sia una disciplina univoca da seguire, chiara per tutti.

Si sta discutendo anche sull’opportunità di definire o meno come “vini” le bevande che fuoriescono dal trattamento di dealcolazione: il Parlamento Europeo, tempo fa, aveva proposto di escludere la denominazione per i derivati dai vini di eccellenza, mantenendola invece per i vini da tavola.

Infine vogliamo ricordare che un eventuale accordo sui vini dealcolati non avrà effetto obbligatorio in quanto ogni Stato sarà libero di recepire o meno la normativa.
Falso allarme, il nostro vino non si tocca.

 

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