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Origini e caratteristiche del Taurasi, il vino più nobile della Campania

Il Taurasi è un vino di origine campano, più di preciso della Provincia di Avellino, in particolare nella regione chiamata Irpinia e le cui origini si collocano nell’epoca pre-romana , come per la gran parte dei vini della zona meridionale d’Italia.

Ottenuto da un vitigno di origine greca conosciuto con il nome di Aglianico, può definirsi uno dei più nobili vini italiani del mezzogiorno, anche se ancora non è tra i più conosciuti.

Il suo nome, Taurasi, di origine ellenica, prende origini da un piccolo borgo di vitigni di cui gli antichi romani si appropriarono dopo dopo la vittoria sugli irpini, avvenuta nell’80 d.C.

Nella Provincia di Avellino la zona che interessa la coltivazione del Taurasi si estende tra i Comuni di Taurasi, Castelfranci, Bonito, Castelvetere sul Calore, Lapio, Fontanarosa, Luogosano, Montefalcione, Mirabella Eclano, Montemileto, Montemarano, Paternopoli, Sant’Angelo all’Esca, Pietradefusi, San Mango sul Calore, Venticano e Torre le Nocelle.

Caratteristiche

Il principale vitigno da cui si ricava il Taurasi è l’Aglianico, infatti, la maggior parte dei Taurasi DOCG vengono prodotti con Aglianico in purezza.

A questo vitigno, ne seguono altri non aromatici a bacca rossa, autorizzati e raccomandati dalla provincia avellinese alla loro coltivazione nella regione, purché non superi il 15% rispetto a quella originaria.

Restando in questi termini di percentuale massima, sempre per un fine migliorativo, è possibile aggiungere del vino Taurasi più vecchio ad un identico vino più giovane, o in alternativa procedere anche in modo inverso.

Oltre ad essere un vitigno molto diffuso nella parte meridionale italiana, l’Aglianico è anche uno tra i vitigni rossi più importanti del sud Italia, poiché da esso si ricavano vini dotati di una importante struttura capaci di un lungo periodo di invecchiamento che può arrivare anche a 15 anni, con la possibilità inoltre di poterlo conservare anche per un periodo più lungo.

La raccolta dell’uva avviene in uno dei periodi più freddi dell’anno, dicembre; dopodiché viene sottoposta ad un processo di invecchiamento per una durata non inferiore ai tre anni, entro i quali viene messa in botti di legno a riposare.

Terminato questo periodo avviene la lavorazione, anch’essa in un periodo rigido, poiché ha una decorrenza dal primo dicembre dell’anno in cui è avvenuta la produzione delle uve.

Il processo di invecchiamento di tre anni, di cui almeno uno viene fatto in apposite botti di legno, consente al vino Taurasi di ottenere il riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita DOCG.

Nell’ipotesi, invece, in cui il periodo di invecchiamento ha una durata di quattro anni anziché tre, di cui almeno 18 mesi trascorsi in botti di legno, viene riconosciuta la denominazione di Riserva, a condizione che offra un livello alcoolemico di un volume totale di 12,5%.

Per avere delle idee riguardo la scelta della cantina, su Decanto è possibile trovare le recensioni delle migliori etichette di Taurasi.

Per ciò che riguarda i suoi aspetti peculiari, il Taurasi uno è tra i più prestigiosi vini della Campania, è caratterizzato da una particolare e brillante colorazione rosso rubino intenso, con tendenza al granato, da dove si scorgono anche dei riflessi di colore arancio che emergono dall’invecchiamento.

All’olfatto, il Taurasi si presenta come un vino più o meno intenso con un carattere deciso, etereo, ampio e gradevole, dove vengono risaltate le note di viola, vaniglia, marasca e spezie.

Mentre al gusto regala un sapore austero e asciutto, dal carattere equilibrato, pieno ed armonico, soprattutto quando giunge al massimo della sua maturazione, ottenendo anche un retrogusto particolarmente persistente con le identiche note riscontrate nel suo profumo.

La varietà definita Riserva presenta delle caratteristiche generali molto più accentuate del Taurasi e una struttura molto più ampia.

Abbinamenti

Il Taurasi è un vino che vi servito ad una temperatura ottimale tra i 16-18º C, per essere abbinato a pietanza dello spessore aromatico deciso.

Proprio per questo è ideale da accompagnare per primi al sugo di carne, arrosto, carne rossa, pollame, brasati, formaggi piccanti e stagionati e selvaggina da piuma in casseruola.

La Riserva va versato ad una temperatura di 18º C e abbinato a secondi piatti particolarmente saporiti come selvaggina da pelo marinata e cotta in casseruola, carni rosse cotte un molte ore nel vino o intingolo.

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